IL LEVIATANO



Il potere attribuito all'autorità, il quale ha il compito di emanare e di far rispettare le leggi, per Hobbes dev'essere assoluto. Allo stato assoluto il filosofo da il nome di Leviatano - mostro marino di cui si parla nel libro di Giobbe nell'Antico Testamento per simboleggiare potenza del faraone d'Egitto - perché il potere del sovrano è immenso sui propri sudditi (i cittadini).

È possibile raggiungere il ruolo di sovrano attraverso due modi:

  1. l'impiego della forza: configura uno Stato per autorità, patriarcale o dispotico;
  2. un accordo tra le persone, le quali si assoggettano volontariamente ad un'autorità: configura uno Stato politico o istituzionale.
T1 dal Leviatano, Lo stato di natura

In questo brano emerge la visione pessimistica di Hobbes nei confronti dell'uomo: ritiene l'essere umano dominato da passioni negative come la competizione, caratterizzata dalla violenza per il possesso dei beni, la diffidenza, causata dal timore verso l'altro e la gloria, derivante dall'orgoglio per il proprio potere.
Se gli uomini non fossero governati da un potere superiore, quindi, sarebbe inevitabile il conflitto: nonostante rimanga spesso latente nello stato di natura, è comunque costante la condizione di ostilità e diffidenza reciproca. In una situazione del genere non è possibile nemmeno praticare le attività economiche e culturali, perché gli uomini vivono in un clima di terrore. 

DOVE NON C'È UN POTERE COMUNE NON C'È LEGGE, E DOVE NON C'È LEGGE NON C'È INGIUSTIZIA

Ciascuno ha diritto su tutto, l'ingiustizia governa: non è più possibile, quindi, garantire la giustizia.

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